Una giunca fluttuante
La mia sedia è una barca, una piccola giunca che avanza ondulante in un mare di parole. Figure che abbracciano, confondono, sorridono, minacciano, si fanno e si disfanno scorrendo intorno … Continua a leggere
Al centro di sé
È l’italiano la mia stanza, io non ho altri beni. Paesi, città, letti diversi, soffitti talvolta simili l’uno all’altro, librerie di varie forme e colori, il bianco che pervade e … Continua a leggere
La stanza in un cielo
Nell’errabonda vicenda della mia vita terrestre, la traduzione ha un ruolo fondamentale ma è sempre un’operazione fatta solo su materia davvero d’amore e arricchimento. Dagli anni rock ai grandi autori … Continua a leggere
Stanze
Dalla stanza si vedono sole foglie. Sono quelle di un platano gigantesco, bellissimo d’estate e molto suggestivo d’autunno, quando le foglie cambiano colore. Se d’inverno nevica, poi, i rami spogli … Continua a leggere
Questa stanza non esiste
Questa stanza non esiste. Tutte le volte che vi entro, il mio primo gesto è accendere lo schermo che affaccia sul mondo reale. Pigio una volta sul tasto di plastica … Continua a leggere
Distilleria di parole
La mia stanza del traduttore è un luogo della mente, quello in cui mi isolo dal resto del mondo o mi ci fondo, a seconda dei punti di vista. È … Continua a leggere
La camera bianca
È lo spazio di una relazione. Siamo noi due, il traduttore e il testo originale, nella nostra solitudine, a mettere insieme quello che diventerà il testo tradotto. È lo spazio … Continua a leggere
Peperoni e melanzane
Il mio traduttore non ha una stanza. O meglio ne ha tante. Son sempre diverse. Sento già le idee avverse di chi dice, non si può lavorare così, di certo … Continua a leggere
Libera circolazione
È più forte di me: quando passo vicino a una casa con le tende aperte, non posso fare a meno di dare un’occhiata dentro. Di solito, guarda caso, all’interno vedo … Continua a leggere
La stanza degli spiriti
Era la camera di nostro figlio, ora cresciuto e volato via, cervello italiano in fuga. C’erano una libreria e un tavolo Ikea con graffiti vari (I am your Father, parole … Continua a leggere
La traduzione démeublée
“Come sarebbe bello poter gettare dalla finestra tutta la mobilia; e insieme a quella, tutte le inutili ripetizioni…”. Willa Cather, Il romanzo démeublé, in La nipote di Flaubert, Adelphi, 2005, … Continua a leggere
Fare casa
Fare casa. Questa era stata la mia risposta. Qualche anno fa, durante uno dei nostri seminari di traduzione Carter, dovevamo rispondere ad alcune domande per conoscerci meglio. La domanda era … Continua a leggere
La stanza della geometria
Sono state tante prima di diventare la stanza di oggi, chiusa alle spalle e con la portafinestra davanti. Non è un gran panorama quello di cui godo, ma è l’uscita … Continua a leggere
Di lingua in lingua, di stanza in stanza…
Se ripenso alle mie traduzioni -non molte, poi- non mi appare subito la scena di una stanza, intesa come tempo e spazio consueto di un raccoglimento e di un esercizio, … Continua a leggere